Trattamento Mini-Invasivo della Ipertrofia Prostatica Ostruente

La porzione centrale della prostata, chiamata adenoma, è quella parte della ghiandola che ostruisce il flusso urinario in considerazione del suo fisiologico ingrossamento. Questo si traduce nei classici sintomi urinari “da ostruzione”, caratterizzati da difficoltà ad urinare, getto debole, senso di incompleto svuotamento con la minzione, necessità di urinare più volte. A questi sintomi possono aggiungersi quelli di carattere “irritativo”, come bruciore ad urinare (stranguria), e necessità di alzarsi più volte la notte (nicturia), che rappresentano la manifestazione di infezioni urinarie connesse all’incompleto svuotamento della vescica (in sostanza, resta sempre una quota di urine in vescica, che ristagnando va ad essere colonizzata dai batteri).

Il trattamento di prima linea è costituito da farmaci appositi (alfa litici, inibitori della 5 alfa-reduttasi, inibitori della 5 Fosfodiesterasi, fitofarmaci), ma qualora i sintomi persistano/si aggravino, oppure in caso il paziente non voglia assumere farmaci, a questo punto la unica soluzione disponibile è la chirurgia. La tecnica più consolidata è rappresentata dalla enucleazione dell’adenoma prostatico con laser ad Holmio (HoLEP). Questo intervento prevede l’asportazione dell’adenoma mediante la fibra laser e la sua polverizzazione (morcellazione all’interno della vescica), il tutto passando attraverso l’uretra senza incisioni) e con una anestesia che può essere generale o spinale. Il vantaggio del laser ad Holmio rispetto alla tradizionale resezione della prostata con ansa elettrica (la classica TURP) è rappresentato dal maggiore potere emostatico del laser, per cui i pazienti non devono sospendere terapie anticoagulanti salvavita. Inoltre, i rischi di recidiva di ipertrofia sono nettamente inferiori, in quanto l’azione di “estirpazione” dell’adenoma è nettamente più radicale con il laser ad Holmio. In mani esperte, questa tecnica consente di approcciare qualsiasi volume prostatico, senza limiti dimensionali (non ci sono, insomma, prostate troppo grosse o troppo piccole per potere essere trattate con tale metodica).

Enucleazione Endoscopica di Adenoma Prostatico con Laser ad Holmio – HoLEP

Una situazione conseguente alla HoLEP (ed alla maggior parte delle tecniche disostruttive) è la comparsa della eiaculazione retrograda: in pratica, una volta eliminata l’ostruzione al flusso urinario, lo sperma, al momento dell’orgasmo, risale in vescica (ove si diluisce nelle urine), anziché essere emesso all’esterno. In caso il paziente sia desideroso di preservare tale funzionalità, due sono le tecniche mini-invasive che si possono utilizzare: Aquabeam e Rezum e TPLA.

La prima consiste nello scavare un tunnel all’interno dell’adenoma mediante un raggio d’acqua ad alta pressione, e consente di preservare la eiaculazione nel 70% dei casi, mentre la seconda prevede la iniezione di vapore ad alta pressione nell’adenoma, che poi si riassorbe per effetto del rilascio di energia termica, raggiungendo tassi di preservazione della eiaculazione di circa il 90%.

Mentre per l’intervento con tecnologia Aquabeam è prevista una anestesia generale ed una degenza di due giorni, la procedura Rezum viene eseguita in day surgery, con una leggera sedazione (in considerazione della rapidità della procedura).

I pazienti sottoposti ad intervento Aquabeam rimuovono il catetere dopo 48 ore dall’intervento, mentre in caso di procedura Rezum è prevista la dimissione con un piccolo catetere, che viene rimosso dopo circa 7 giorni dalla procedura (per dare il tempo adeguato alla prostata di riassorbire l’energia termica del vapore, ed evitare blocchi urinari connessi ad una rimozione troppo precoce).

Procedura disostruttiva con tecnologia Rezum

A queste metodiche si affianca anche la procedura di ablazione laser transperineale della prostata, o TPLA.

Questo intervento ha il vantaggio di essere eseguito per via percutanea, senza pertanto coinvolgere il canale uretrale: in anestesia locale e sedazione, mediante due aghi posizionati al di sotto dello scroto e tramite i quali si inseriscono due fibre laser, si va a ridurre il volume prostatico per “essiccamento”.

La procedura dura pochi minuti ed il paziente torna a casa il giorno stesso dell’intervento, rimuovendo il catetere dopo circa una settimana dall’intervento. In base alla letteratura in materia, la possibilità di preservare la eiaculazione con questa tecnica è molto elevata.

Trattamento mini invasivo con tecnica TPLA